Il BLOG del PROSECCO BIOLOGICO: bando dei fitofarmaci nella DOC Prosecco, il mio punto di vista
Lo scorso weekend è stato annunciato dal presidente della Doc Prosecco, Stefano Zanette, un provvedimento di modifica del disciplinare di produzione destinata a far discutere molto nei mesi avvenire.La modifica, che interesserà ben 12 mila produttori, impedirà a chiunque utilizzi alcuni (per la precisione 3) principi attivi, comunemente irrorati sulle piante, di fregiarsi del marchio DOC.
La presa di posizione del consorzio. Diciamolo, era ora!
Conosci il Mancozeb, il Folpet e il Glifosato?
I primi due quasi sicuramente ti sono nuovi: si tratta di sostanze utilizzate per combattere la peronospora, la più comune tra le malattie della vite.
Il terzo forse lo hai già sentito nominare: il Glifosato è un erbicida estremamente utilizzato nella viticoltura tradizionale per il suo costo accessibile e l’indiscussa “efficacia”. Certo, è anche considerato potenzialmente cancerogeno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms e in commissione UE si sta ancora discutendo se sia il caso o no di vietarlo per legge in tutti gli stati membri.
In sostanza, il Consorzio DOC Prosecco anticiperebbe persino l’UE, mettendo al bando tramite una modifica di disciplinare, non solo Mancozeb Folpet, ma addirittura il Glifosato.
Va detto, la presa del di posizione del consorzio Prosecco Doc deve essere accolta positivamente da tutti i produttori bio (che da anni, attraverso il loro esempio, lottano per sensibilizzare sempre di più sul tema della produzione sostenibile), dai cittadini che vivono nelle zone dove si coltiva il Prosecco e, infine, dai consumatori
Anche in questo caso però, credo sia fondamentale non farsi prendere dall’euforia e analizzare sempre le cose con una buona dose di senso critico (e ripeto, nessuno è più contento di me se le cose cominciano a cambiare in questo senso).
Prosecco, osservato speciale
Il Prosecco è sicuramente uno dei vini più in vista del momento: 400 milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo non passano di certo inosservate.
Il risultato? Sempre di più consumatori e cittadini che abitano nelle zone di produzione di questo vino chiedono garanzie a tutela della loro salute e molte GDO stranire hanno cominciato a vietare l’accesso a vini prodotti da uve coltivate con sostanze considerate pericolose, come per esempio il Glifosato.
Recentemente, anche il programma di inchiesta Report ha indagato sull’uso delle sostanze nei vigneti del Prosecco DOCG, sollevando un bel polverone che ha coinvolto consorzi e produttori.
Prima di tutto quindi inviterei ad abbassare i toni: nei giorni scorsi ho letto diversi articoli affermare che nel Prosecco ci si libererà dei veleni. Veleni. Quindi in questo momento il Prosecco è avvelenato?
Queste sono sciocchezze che non fanno bene all’immagine del vino del nostro Paese. I produttori possono produrre in modo convenzionale, biologico o biodinamico, ma è importante sottolineare che i vini italiani sono sempre prodotti nel rispetto della legge e vengono sottoposti a controlli severissimi (e se ci sono dei furbetti, questi non rappresentano sicuramente la maggioranza ).
Il problema della credibilità
Quando ci si preoccupa di come dare massimo risalto a una novità che ci riguarda (tramite giornali, social media ecc), bisognerebbe anche preoccuparsi di essere credibili.
Sui giornali ho letto che il consorzio punta a far sparire Folpet, Mancozeb e Glifosate già dai prossimi trattamenti primaverili, ma è davvero fattibile?
Siamo sicuri di avere agronomi, tecnologie e formazione pronta per affrontare in così poco tempo un cambiamento così massiccio per la DOC Prosecco? Quali misure intende seguire concretamente il consorzio? Un vademecum da distribuire ai produttori sarà sufficiente?
Alle parole devono sempre seguire i fatti. Nel frattempo, resteremo vigili su ciò che accadrà nei prossimi mesi.
A chi mi domanda: “ma quindi adesso la DOC Prosecco è bio”?
No, la zona Prosecco DOC ha fatto un enorme passo in avanti e ha sicuramente aperto la strada verso un processo positivo.
Tuttavia, il biologico è un’altra storia.
Ti faccio un esempio: il consorzio vuole mettere al bando 3 fitofarmaci, la lista delle sostanze messe al bando per produrre un Prosecco Bio sono circa 200!
Il problema della sinergia
Ok, quindi la Doc Prosecco ha fatto un passo molto importante, ma è anche molto importante la sinergia con i consorzi di altre denominazioni. Perché Prosecco Valdobbiadene DOCG e Asolo DOCG non hanno seguito subito l’esempio della DOC creando una sorta di fronte comune?
Inoltre, non bisogna dimenticare che in Italia ci sono anche altre denominazioni che utilizzano fitofarmaci pericolosi, ma che non sono finite nel mirino dell’opinione pubblica.
Un esempio?
La DOC Pinot Grigio delle Venezie, che conta una superficie di 20.000 ettari.
Sai da quanti ettari è composta la DOC Prosecco?
Te lo dico io: circa 23.000 ettari.
Classico caso di cortocircuito mediatico?
Come al solito, a te il giudizio finale.
Happy Farmer