IL BLOG del PROSECCO BIOLOGICO: sopravvivere a un’annata difficile (senza fitofarmaci)
Pioggia, pioggia e ancora pioggia.
La stagione che ci siamo lasciati alle spalle ha reso la gestione del vigneto molto complicata e delineato i tratti di un’annata incerta.
Ma è davvero possibile produrre Prosecco biologico con primavere così difficili?
Secondo me si. Stagione dopo stagione, ho capito che bastano 3 fattori chiave per sopravvivere ad annate potenzialmente disastrose, trasformando la propria vendemmia BIO in uno strepitoso successo.
Vuoi sapere quali sono questi 3 fattori? Continua a leggere!
Come sta andando l’annata 2019?
Da produttore di Prosecco biologico, devo dire che è stata un’annata imprevedibile e difficile, ma già piena di soddisfazioni.
Andiamo per ordine.
Chi si intende di viticoltura saprà sicuramente che c’è un momento molto importante per la vite tra aprile e maggio.
In questi mesi la pianta inzia a formare i suoi primi grappolini che cominceranno poi a fiorire in un periodo generalmente compreso tra la metà di maggio e giugno.
Questa fase è particolarmente delicata, perché da questo momento si potrà effettivamente capire se la vendemmia sarà particolarmente abbondante o scarsa.
Quali sono i fattori che determinano il tipo di annata che si prospetterà dal punto di vista produttivo?
Non c’è dubbio che a livello locale eventi come una grandinata o una tromba d’aria possano compromettere la stagione per qualche produttore, ma basse temperature o piogge troppo abbondanti nel periodo di prefioritura e fioritura rischiano di mettere in crisi un intero sistema.
In particolare, precipitazioni e freddo intenso nel periodo della fioritura potrebbero compromettere la fecondazione del fiore: in caso di fecondazione imperfetta, alcuni acini finiranno per non svilupparsi, rimanendo verdi ed immaturi.
Gli addetti ai lavori chiamano questo fenomeno "acinellatura del grappolo".
Quest’anno, aprile e maggio sono stati mesi decisamente strani, con temperature molto basse e piogge intense.
Pioggia caduta nella nostra zona ad aprile 2018 |
Pioggia caduta nella nostra zona ad aprile 2019 |
45.0 mm |
211.6 mm |
Pioggia caduta nella nostra zona a maggio 2018 |
Pioggia caduta nella nostra zona a maggio 2019 |
142.2 mm |
255.4 mm |
Fonte: ARPAV
Non ci sono state (per fortuna!) le terribili gelate già viste in zona Prosecco e altre zone d’Italia nel 2017, che comportarono un calo produttivo del 26% su scala nazionale.
La pioggia ha però limitato notevolmente la capacità di intervento in vigneto da parte dei produttori e il freddo ha ritardato la fioritura dei grappoli.
Paradossalmente, con l’arrivo del caldo sono arrivati i veri problemi: il cocktail di alte temperature e umidità lasciata dalle piogge ha permesso alle malattie, come la peronospora, di svilupparsi sulle piante.
Nel nostro vigneto di Prosecco biologico sono scoppiati alcuni piccoli focolai ma, a dispetto delle previsioni negative rivolte ai produttori BIO per l’annata 2019, devo constatare che la situazione, al momento, è migliore delle più rosee aspettative.
Viene spontaneo domandarsi come siamo riusciti, senza l’intervento di pesticidi di sintesi, a portare a casa la pelle anche quest’anno.
Dal mio punto di vista, i fattori chiave di questo successo possono che essere riassunti in tre punti fondamentali, che hanno contribuito a renderci leader in Italia nella produzione di Prosecco biologico, indipendentemente da fattori ambientali sfavorevoli.
3 modi in cui siamo riusciti a superare questa primavera difficile
1. Esperienza accumulata negli anni
Come dico sempre: “Non si diventa agricoltori Bio in un giorno!”
Il processo di conversione totale del vigneto per produrre Prosecco biologico e altri vini Bio è costato anni di investimenti in tecnologie all’avanguardia e in formazione del personale.
Devo dire che ho sempre avuto la fortuna di confrontarmi con professionisti eccellenti, specializzati nella produzione biologica, e di contornarmi di collaboratori che hanno fin da subito creduto in questo progetto, lavorando con passione verso un grande obiettivo comune: la sostenibilità in vigna.
Non è stato (e non è tutt’ora) un percorso facile e in discesa. Al contrario, è stata tutta salita.
Tuttavia, ogni sconfitta e ogni piccolo passo avanti sono stati determinanti per permetterci di mettere in pratica un modello di agricoltura meno impattante sull’ambiente e, al tempo stesso, sostenibile economicamente.
2. Monitoraggio continuo
Uno degli investimenti più importanti che abbiamo effettuato nel nostro vigneto è stato sicuramente l’installazione di ben 10 stazioni metereologiche che, in tempo reale, ci forniscono informazioni importanti sulle condizioni meteo e sui livelli di umidità presente in vigna.
Come ho detto in precedenza, anche con il sole (soprattutto dopo importanti precipitazioni) possono esserci livelli di umidità talmente alti da richiedere un intervento di prevenzione immediato, al fine di limitare lo sviluppo di malattie sulla pianta.
Questo ci porta al punto successivo.
3. Intervento simultaneo e mirato (solo in caso di necessità)
Gli strumenti all’avanguardia di cui ti ho parlato sarebbero totalmente inutili se non sapessi di poter contare su valorosi collaboratori pronti ad intervenire in ogni momento.
Purtroppo, il viticoltore biologico deve essere continuamente preparato a raccogliere le sfide lanciate dalla natura, e spesso essa ci costringe a salire sui nostri trattori anche il sabato e la domenica.
Mi piace pensare alla mia squadra come a un team di pompieri: se il dovere chiama siamo sempre pronti a rispondere alla chiamata!
Questo però non vuol dire che interveniamo in modo indiscriminato sprecando risorse ad ogni occasione.
Il know-how che abbiamo sviluppato nel campo dell'agricoltura biologica ci ha permesso di riuscire a interpretare i dati raccolti con le stazioni meteo e di “incrociarli” con l’esperienza (e il buon senso) di chi da anni è in prima linea nella produzione Bio.
Ecco allora che, anche in momenti difficili, abbiamo resistito alla tentazione di uscire nel vigneto a fare i trattamenti biologici, riuscendo comunque a salvare le piante dall’attacco delle malattie. Questo tipo di attenzione, maturata stagione dopo stagione, ha permesso di ridurre l’utilizzo di rame persino in un’annata difficile come questa!
Essere agricoltori bio con annate sempre più difficili
Lo ammetto, essere produttori di Prosecco biologico è molto più difficile in questi anni.
Le stagioni sono sempre più mescolate ed imprevedibili a causa dei cambiamenti climatici. In mezzo a questo caos, la capacità di continuare ad investire credendo ad un progetto pieno di insidie, riuscendo anche a mantenere il sangue freddo nelle situazioni difficili, diventa un fattore determinante per la gestione della campagna biologica.
Tuttavia, io sono contento della nostra esperienza con il Bio: il vigneto sta bene e il nostro Prosecco biologico migliora di anno in anno. Se ce l’ho fatta io, con un po’ di impegno e sacrificio, possono farcela anche gli altri agricoltori che stanno pensando di cominciare un nuovo percorso di sostenibilità!
(La mia porta è sempre aperta per chi vuole mettersi alla prova e ha bisogno di qualche consiglio)
Un in bocca al lupo a tutti i colleghi, speriamo sia un 2019 pieno di soddisfazioni!
Happy Farmer