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Il BLOG del PROSECCO BIOLOGICO: siamo agricoltori responsabili?

Tutti questi giorni a casa ci hanno dato l’occasione di riflettere molto sulla nostra esistenza e sulle sorti del mondo in generale. Il mio sospetto è che tutti noi, in un modo o nell’altro, cercheremo di essere persone migliori alla fine di questa crisi.

Ecco allora che un paio di articoli sulla possibile relazione tra COVID19 e impatto dell’uomo sull’ambiente hanno messo in moto nella mia testa una serie di ragionamenti che sono sfociati in una semplice domanda:

sono un agricoltore responsabile?

Alcuni spunti di riflessione sul dibattito COVID19 e ambiente

Al di là della drammaticità della crisi in corso, ho trovato davvero utile questo tempo di clausura forzata.

Mi sono dedicato ancora di più alla lettura e sono riuscito a tenermi maggiormente informato su ciò di cui si sta discutendo in questo momento all’interno della comunità scientifica.

Ovviamente, in quanto produttore di Prosecco biologico, i primi articoli che mi sono saltati all’occhio sono stati quelli relativi alla possibile connessione tra diffusione del COVID19 e l’impatto ambientale dell’uomo.

Nello specifico, mi hanno colpito le diverse tesi su come la perdita di biodiversità e riscaldamento globale siano stati fattori che hanno in qualche modo favorito la nascita di questa pandemia globale.

Il rapporto del Wwf intitolato “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi” sostiene che la distruzione di habitat e di biodiversità crea condizioni favorevoli al proliferare di malattie zootecniche emergenti, e che la connessione con la creazione di habitat artificiali potrebbero ulteriormente facilitarla.

 

A questo si aggiungerebbe anche il problema della crisi climatica.

Secondo uno studio dell’Harvard Global Health Institute, le temperature più alte porterebbero a un aumento della perdita di biodiversità a causa del maggior numero di incendi da essa causata, amplificando così il problema della diffusione di nuove pandemie.

Non sono interessato a parlare del mio punto di vista riguardo a queste ipotesi, ma credo che questo genere di dibattito sia comunque utile per effettuare alcune considerazioni sociali e ambientaliste di carattere generale.

Il dibattito sulla tutela dell’ambiente ci ha contagiato

La cosa che più mi ha fatto riflettere di questo dibattito su una presunta connessione tra pandemie e rispetto dell’ambiente è l’essermi reso conto di come, ciclicamente, il sistema agricolo attuale venga messo in discussione per le più svariate ragioni.

 

Trovo sia errato lapidare totalmente i grandi traguardi raggiunti dall’uomo nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento: i risultati derivanti dalla tecnologia e dalla scienza hanno permesso di creare un benessere mai visto prima, in un tempo brevissimo. Questo aumento di benessere ha portato ad un incremento della prospettiva di vita con un conseguente aumento della popolazione e dunque delle persone da sfamare.

Il modello di produzione su larga scala che oggi conosciamo è diventato più che mai imprescindibile.

Eppure, qualcosa non va…

COVID-19 o no, la perdita della biodiversità e riscaldamento globale sono comunque problemi concreti che vanno in qualche modo affrontati in modo concreto.

Tutti dobbiamo fare la nostra parte, soprattutto gli agricoltori.

Le tematiche sulla sostenibilità ambientale, in pochissimi anni, sono diventate talmente comuni in qualunque dibattito che parlarne sembra quasi diventata una necessità primaria. Che sia una sorta di sesto senso innato in noi esseri umani? Una specie di percezione di un silenzioso grido che la natura ci sta lanciando e che ci porta inconsapevolmente ad agire per garantire la nostra stessa sopravvivenza?

Non lo so, ma a pensarci mi vengono i brividi.

La nostra prossima grande scommessa del genere umano

Dando per scontato che saremo sempre di più su questo pianeta e che tutti hanno il diritto di essere sfamati, bisogna cominciare a pensare seriamente a come dobbiamo farlo.

 

Come ho già detto, credo che il modello agricolo impostato sulla produzione in larga scala sia ormai impossibile da abbandonare. E allora perché non provare a migliorarlo invece di cambiarlo, per poter continuare a garantire una crescita di benessere globale nel rispetto della natura?

Come agricoltore sto facendo abbastanza?

Arrivo al punto.

La domanda che mi pongo da agricoltore e produttore di Prosecco biologico è: cosa sto facendo per migliorare le cose? Quello che faccio è abbastanza per preservare il pianeta?

Ho cominciato la conversione del vigneto ad una gestione totalmente biologica nel 2010 e dopo dieci anni posso dire che la nostra esperienza è un primo grande passo nella giusta direzione.

 

Il totale abbandono dei prodotti di sintesi ha comportato un notevole aumento della biodiversità nel nostro vigneto come abbiamo documentato più volte nel nostro blog. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che l’agricoltura biologica contribuisce a contenere il fenomeno del riscaldamento globale.

Credo che questo sia abbastanza? Assolutamente no, è solo un primo passo.

Conclusa la conversione nel 2017, ho continuato nella sperimentazione di nuove tecniche biologiche per ridurre ancora il nostro impatto su questo pianeta.

È importante sottolineare che solo un modello di produzione bio su larga scala (stiamo parlando di 160 ha completamente convertiti a biologico) mi ha permesso di continuare ad investire per riuscire a produrre uve biologiche in modo ancora più leggero nei confronti dell’ambiente. Se ci avessi creduto poco e avessi convertito solo pochi ettari per potermi vantare di produrre qualche bottiglia di Prosecco biologico, tutti gli ulteriori passi avanti compiuti dalla nostra azienda non sarebbero stati possibili.

Se sei un agricoltore la domanda che ti pongo è la seguente: dentro di te, senti di star facendo abbastanza per lasciare ai tuoi figli un mondo migliore di come lo hai trovato?

Spero che questo spunto partito dal dibattito su una possibile connessione tra pandemia e rispetto dell’ambiente sia utile per farci fermare un attimo a riflettere. Se poi questi timori saranno confermati, avremo solo una ragione in più, in mezzo a molte altre, per darci da fare!

Happy Farmer

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