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Il BLOG del PROSECCO BIO: lotta integrata, Biologico e Biodinamico a confronto

Ieri ero un produttore che praticava la lotta integrata, oggi sono un produttore di Prosecco biologico. E domani? Magari Biodinamico…

Conosci la differenza tra questi tre diversi metodi produttivi sostenibili?

Ecco una veloce guida con i punti fondamentali di ognuno per non farti più trovare impreparato!

 

Lotta integrata

Cos’è

La lotta integrata è una tecnica di difesa delle colture che punta ad una riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci, sostituendoli con alcuni accorgimenti più sostenibili, come la confusione sessuale o tecniche di autocidio (metodo del maschio sterile, della manipolazione genetica, dell'ibridazione, della incompatibilità citoplasmatica) e l’inserimento di altri predatori naturali.

In linea di massima, si tratta di una soluzione parziale, che strizza l’occhio a tecniche più sostenibili, tipo l’agricoltura biologica, ma non rinuncia necessariamente del tutto ai fitofarmaci di sintesi.

 

Cosa sono i fitofarmaci di sintesi?

I fitofarmaci di sintesi sono prodotti di difesa dai parassiti ottenuti tramite l’esecuzione di reazioni chimiche per ottenere delle sostanze che non si possono trovare in natura. È importante sottolineare che molti fitofarmaci di sintesi sono “sistemici”, ovvero vengono assorbiti dalle radici o dalle foglie per essere poi traslocati al resto degli organi della pianta, compreso il frutto.

Punti di forza

Da agricoltore 100% Bio produttore di Prosecco biologico, considero la lotta integrata come un buon punto di partenza per cominciare un processo di virtuoso di miglioramento del modo in cui produciamo le nostre uve al fine di rispettare maggiormente l’ambiente. Generalmente, la lotta integrata è considerata un mezzo capace di salvaguardare maggiormente la produzione, garantendo così l’abbondanza e la regolarità delle forniture.

In realtà, c’è da dire che negli ultimi anni la sperimentazione di altre tecniche sostenibili, tipo quella biologica, hanno fatto stupefacenti passi in avanti, garantendo anch’esse un una maggiore costanza produttiva, se effettuate correttamente.

Punti di debolezza

A mio avviso, il punto di debolezza di questa pratica, che ritengo comunque un passo avanti rispetto alla produzione convenzionale (definiamola pure condizione minima per avviare un processo produttivo più sostenibile), risiede nel fatto che è una tecnica basata su un principio di “riduzione” dei fitofarmaci di sintesi, ma non di una totale eliminazione di questi ultimi.

Per quanto le intenzioni di partenza siano buone, stiamo comunque parlando di un sistema che non garantisce al 100% che il vigneto non sia contaminato da sostanze di sintesi.

Va da sé che se le piante sono state trattate con fitofarmaci di sintesi, c’è un rischio elevato che anche il nostro bicchiere di vino risulti contaminato.

Agricoltura biologica

Cos’é

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione agricola che può essere effettuata solo ed esclusivamente con processi naturali. A differenza dell’agricoltura convenzionale e della lotta integrata quindi, essa non ammette in nessun modo l’utilizzo di sostanze di sintesi, ma solo di sostanze naturali.

Le aziende che decidono di aderire a questo modello produttivo devono necessariamente sottoporsi ad un rigido iter di controlli per essere certificati e poter utilizzare il logo EU bio in etichetta.

È importante ricordare che la certificazione bio deve necessariamente garantire tutta la filiera, dalla materia prima, fino all’ultimo operatore che manipola il prodotto.

Semplice vero?

 

Punti di forza

A mio avviso, il grande punto di forza della produzione bio è proprio l’estrema chiarezza che la certificazione biologica offre al consumatore:

i prodotti bio sono realizzati esclusivamente con sostanze naturali e non di sintesi.

Chiaro e semplice.


Un altro grande punto di forza dell’agricoltura biologica, e me ne sono accorto in prima persona producendo il mio Prosecco bio, è il fatto che incentiva a mettere in moto un processo globale di miglioramento continuo a beneficio dell’ambiente e di tutta la società.

Non a caso la stessa commissione europea sottolinea come questa pratica incoraggi i produttori ad usare l'energia e le risorse naturali in modo più responsabile al fine di:

  • mantenere la biodiversità
  • conservare gli equilibri ecologici regionali
  • migliorare la fertilità del suolo
  • mantenere la qualità delle acque.

Per quanto riguarda il mio settore poi, nello specifico, ricordo che i vini biologici hanno una quantità di solfiti più bassi rispetto ai vini convenzionali o prodotti da agricoltura con lotta integrata: 100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i bianchi e rosé.

Punti di debolezza

Il punto debole forse della produzione bio risiede principalmente nelle grandi difficoltà iniziali che il produttore è costretto ad affrontare.

In primo luogo, le piante si devono abituare a vivere e produrre senza l’aiuto di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi. Il processo può essere lungo e complesso e le annate difficili, se non si è preparati, possono essere un veramente disatrose.

In secondo luogo, è necessario effettuare numerosi investimenti. L’agricoltura bio richiede costi di manodopera molto più elevati, è quindi fondamentale migliorare al massimo l’efficienza produttiva.

Diversamente da quanto si pensi, l’agricoltura bio non è l’agricoltura del nonno ed investire in tecnologia e formazione in modo costante è assolutamente fondamentale.

Agricoltura biodinamica

Cos’è

L’agricoltura biodinamica è una sorta di agricoltura biologica al quadrato: un metodo in cui natura, sperimentazione e pseudoscienza si fondono e si confondono.

Nel biodinamico l’utilizzo della chimica non è concesso, al suo posto si utilizzano i cosiddetti “preparati”. Questo genere di agricoltura si basa su un massimo rispetto della natura e tenendo conto anche delle presunte connessioni che esisterebbero tra la pianta e fasi lunari.

L’obbiettivo principale è quello di coltivare piante che siano in grado di resistere naturalmente a malattie e ad attacchi parassitari.

L’organo certificatore che regolamenta questo metodo produttivo si chiama Demeter. Ad oggi la Demeter-International rappresenta circa 3000 produttori in ben 35 stati.

Punti di forza

Considero l’agricoltura biodinamica come uno step positivo in direzione della sostenibilità, anche se non riesce a conciliare ancora pienamente le esigenze di sostenibilità con le esigenze produttive.

Devo dire che mi piacciono molto i vini biodinamici realizzati con passione e competenza e che, proprio grazie a al grande rispetto del territorio e della materia prima, riescono ad esprimere in modo egregio la tipicità e del territorio e delle diverse annate.

Altra cosa interessante sono i livelli di solfiti molto bassi imposti dal disciplinare Demeter: appena 70 mg/l nei vini rossi, 90 mg/l nei vini bianchi e 60 mg/l in quelli frizzanti.

Punti di debolezza

Secondo me il principale punto di debolezza dalla produzione biodinamica è la grande difficoltà di comprensione dei principi e delle regole che la compongono.

Occorre una grande preparazione e studio per capire a pieno la filosofia biodinamica, e soprattutto bisogna arrivare a crederci.

In altre parole, occorre una vera e propria opera di fede.

Inoltre, come ho già detto nel paragrafo precedente, non è ancora possibile effettuare una produzione su larga scala con il metodo biodinamico; sarà possibile in futuro implementare queste tecniche per renderle più concorrenziali sul mercato e più fruibili ad un’ampia platea di consumatori.

La nostra scelta, 100% Prosecco bio e un futuro 100% sostenibile

Al momento tutti i miei sforzi sono concentrati sull’implementazione del modello biologico per la produzione del mio Prosecco bio e lo faccio giorno dopo giorno investendo tempo e risorse in questo metodo produttivo, senza compromessi.

A dieci anni dall’abbandono della lotta integrata e dall’inizio della conversione bio non potrei essere più felice della scelta fatta.

Le piante sono più in forma che mai e i vini, soprattutto il Prosecco biologico, sono migliorati notevolmente. I consumatori sempre di più capiscono l’importanza di un modello produttivo più rispettoso dell’ambiente e della loro salute.

Il mio futuro sarà anche biodinamico? Troppo presto per dirlo (anche se la sperimentazione è già in corso!), per ora il mio obiettivo resta solo uno: sostenibilità totale e impatto zero.

 

Happy Farmer

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