NON SOLO PROSECCO BIOLOGICO: l'ape, il miglior amico dell'agricoltore
Se c’è un animale che da migliaia di anni silenziosamente (o meglio, ronzando) lavora per il benessere dell’uomo, quello è l’ape.
Gli studiosi hanno dimostrato come, ancora oggi, questo insetto sia non solo importante, ma addirittura essenziale per l’agricoltura e la sussistenza delle nostre comunità.
Tuttavia c’è un problema, a livello globale il loro numero sta drasticamente calando e questo è un campanello di allarme per la salute del nostro pianeta.
L’uomo e l’ape
La speciale alleanza tra nostra specie e l’ape è vecchia almeno quanto la storia dell’uomo.
Già i primi uomini primitivi, che vivevano cacciando e raccogliendo ciò che la natura aveva loro da offrire, si nutrivano del miele prodotto da questo insetto operoso. Studi più recenti hanno poi dimostrato come durante il Neolitico (circa 9.000 anni fa) l’uomo, diventato ormai agricoltore e allevatore, avesse già cominciato a sfruttare la cera e il miele, dando il via ad una prima forma di apicoltura.
I benefici dell’ape in agricoltura
Al di la del miele però, l’ape svolge un altro importantissimo compito: agevola la riproduzione delle piante, mediante il trasporto del polline da un fiore all’altro.
Si stima che in campo agricolo questi insetti, definiti “impollinatori”, siano responsabili della riproduzione di almeno un terzo del totale delle colture del pianeta.
Secondo i ricercatori FAO, se questi insetti dovessero sparire, molte tipologie di frutta e verdura che troviamo abitualmente sulle nostre tavole, sparirebbero con loro.
Le api potrebbero contribuire ad aumentare la produttività agricola, senza danneggiare l’ambiente
In una ricerca pubblicata sulla rivista Science, i ricercatori FAO hanno dimostrato come l’aumento delle api in aree agricole abbia un effetto diretto sulla resa finale.
Gli scienziati hanno studiato ben 344 appezzamenti agricoli in Africa, Asia e America latina, scoprendo che: coltivazioni con un numero inferiore di questi insetti durante il periodo della fioritura, avevano una capacità produttiva inferiore.
Soprattutto nei paesi in via di sviluppo quindi, un aumento degli insetti impollinatori, definita come Ecological Intensification, comporterebbe un aumento della produzione per almeno 2 milioni di agricoltori in tutto il mondo.
Api: indicatori del benessere di un ecosistema
Le api sono oggi una specie in pericolo, costantemente minacciate da pesticidi e riscaldamento globale.
Il numero di questi insetti, bioindicatori dello stato di salute dell’ambiente, ci consente di monitorare il quantitativo di pesticidi, metalli pesanti e altri materiali contaminati presenti nel nostro ecosistema.
Dati alla mano, sembra che lo stato di salute del nostro pianeta non sia affatto in buone condizioni: gli apicoltori degli Stati Uniti hanno perso infatti il 44 % delle api tra il 2015 e il 2016, la peggior moria di api dal 2013 .
Cosa fare allora?
Le api sono un tesoro inestimabile e, per molti versi, dalla loro sopravvivenza dipende anche la nostra.
È fondamentale quindi, in campo agricolo, favorire sempre un miglior bilanciamento dell’habitat, piantando per esempio diversi tipi di fiori e alberi vicino alle colture e soprattutto riducendo l’uso di pesticidi.
L’agricoltura Bio può aiutare?
L’agricoltura Bio offre sicuramente un valido aiuto contro la moria di api che affligge il nostro pianeta.
Nel mio caso, per la produzione di Prosecco Bio, utilizzo tecniche che hanno creato un ambiente molto favorevole per l’ape all’interno del vigneto:
- Il sovescio aiuta la vita degli insetti impollinatori, perché grazie ad esso in primavera il vigneto si riempie di fiori.
- La confusione sessuale permette di controllare, tramite particolari diffusori di feromoni, il numero totale degli insetti nocivi in vigna, rinunciando completamente all’utilizzo di pesticidi. (Per saperne di più su come queste tecniche bio, clicca qui!)
Il bilanciamento dell’habitat nel vigneto
L’ape è quindi una delle specie fondamentali per la produzione agricola umana.
Tuttavia, anche in campo vitivinicolo bisognerebbe puntare ad aumentare il numero di altre specie presenti nel vigneto: magari anche altri insetti, in un modo o nell’altro, fanno la loro parte nel processo di produzione del vino, anche se ancora non lo sappiamo.
Per esempio, sapevi che vespe e calabroni trasportano i lieviti indispensabili per la fermentazione del mosto (link)?
E se questi insetti dovessero sparire?
Chissà, forse invece di produrre Prosecco Bio, dovrei cominciare a produrre la birra.
Happy Farmer