Il BLOG del PROSECCO BIOLOGICO: Un vigneto bio che sia casa per tutti
“Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole ma non c’è
Dorme ancora la campagna, o forse no
è sveglia
mi guarda
non so”
PFM – Impressioni di Settembre
MI sveglio presto.
Ogni tanto, prima di cominciare il quotidiano lavoro in azienda, mi piace camminare nella vigna, all’alba, quando la luce si fa spazio tra i filari e la natura si risveglia.
Rimango incantato ammirando questo spettacolo, quando all’improvviso un rumore di un battito d’ali mi riporta alla realtà. Alle mie spalle fa capolino un bellissimo esemplare di airone bianco. Mi fissa, non si muove, e quasi sembra sfidarmi.
Dal suo punto di vista io non sono il padrone della vigna; io non sono il padrone di nulla, anzi, per lui non sono nient’altro che un intruso che ha invaso il suo territorio.
Comincio allora a pensare che forse un po’ ha ragione, dopotutto chi è arrivato prima su questa terra, la mia vigna o l’airone? L’uomo coltiva la vite appena dal 5000 a.C, mentre gli uccelli e gli altri animali sono su questo pianeta da diversi milioni di anni; eppure ogni tanto, per esigenze produttive o di sostentamento tendiamo a scordarci di questo piccolo dettaglio.
Senza andare troppo lontano, nella nostra zona, a testimonianza dell’impatto dell’agricoltura sul nostro territorio, rimane il piccolo bosco di Olmé, situato a pochi chilometri di distanza dalla mia cantina. In epoca romana si estendeva sulle nostre pianure per centinaia di ettari, ma poi, nel corso dei secoli la sua superficie si è via via ridotta sempre più per far spazio alle coltivazioni e ad oggi ne rimangono poco meno di 30 ettari.
Quanta flora e quanta fauna è andata perduta per colpa dell’agricoltura nel corso dei secoli? Negli ultimi anni si sente sempre di più parlare di “Agricoltura Naturale”, ma questo termine ha veramente senso?
Che ci piaccia o no, qualunque tipo di agricoltura ha sempre un impatto “innaturale” sul territorio, perché l’agricoltore va a creare una situazione artificiale che da sola, sul nostro pianeta, non potrebbe mai esistere.
Sta a noi però decidere il livello dell’impatto.
Uno dei motivi per cui ho deciso di produrre Prosecco biologico è il desiderio che anche i miei figli continuino a vedere gli stessi animali che, fin da bambino, incontro ogni giorno nelle mie vigne bio.
Nella coltivazione biologica infatti, è assolutamente vietato l’uso di pesticidi e al loro posto utilizziamo tecniche alternative come la “confusione sessuale”: grazie a speciali feromoni controlliamo i livelli della popolazione di determinati tipi di insetti particolarmente dannosi per la vite (soprattutto la terribile tignoletta).
Questa tecnica ha il vantaggio di colpire in maniera selettiva solo i parassiti dannosi per la vite, cosa che comporta un migliore equilibrio degli insetti in vigna. Essi infatti, non solo sono liberi di competere naturalmente tra loro, ma attirano anche molte altre specie di animali nel vigneto. Inoltre, è importante sottolineare che il non utilizzo di pesticidi permette di mantenere il terreno e l’uva incontaminati.
Forse vi sembrerà poco, ma a mio avviso questo è un tassello importante per bilanciare l’impatto che l’agricoltura ha sul territorio, un concetto che può essere riassunto in una parola sola: sostenibilità.
Happy farmer